Il Patto Oscuro
Richard rimase fermo sul molo, il cuore ancora martellante nel petto. La voce gli risuonava nella mente, suadente come il canto di una sirena, ma con un che di minaccioso sotto la superficie.
"Vuoi potere, ragazzo? Vuoi vendetta?"
La verità era che non aveva mai pensato a sé stesso come a qualcuno destinato a qualcosa di grande. La sua vita era stata una battaglia continua per la sopravvivenza, e ora, per la prima volta, aveva l’impressione che qualcosa lo stesse scegliendo. Non sapeva se fosse il destino o una dannazione, ma qualunque cosa fosse, non aveva nulla da perdere.
Con le mani tremanti, raccolse il doblone.
Sentì un formicolio lungo il braccio, come se la moneta stesse pulsando di vita propria. Poi, il mondo intorno a lui cambiò.
Il rumore del porto si affievolì, le luci si fecero più fioche e l’aria si riempì di un odore di sale e decomposizione.
Davanti a lui, l'acqua del molo sembrò incresparsi in modo innaturale. Da sotto la superficie emersero ombre, sagome indistinte, figure che si muovevano con lentezza.
Richard deglutì, cercando di convincersi che fosse solo un’illusione.
Ma non lo era.
Uno di quegli esseri emerse completamente. Un uomo. O quello che ne restava.
La pelle era grigia e raggrinzita, gli occhi infossati e vuoti come due pozzi senza fondo. Indossava un logoro cappotto da capitano, decorato da bottoni d’oro anneriti dal tempo. Quando parlò, la sua voce sembrò provenire direttamente dagli abissi.
"Hai preso il doblone, e ora la tua anima è segnata."
Richard strinse i denti. "Chi sei?"
"Non chi, ragazzo. Cosa. E presto, lo sarai anche tu."
Lentamente, il capitano allungò una mano ossuta. Un anello annerito scintillava a una delle sue dita scheletriche.
Richard sentì un fremito dentro di sé: paura, sì, ma anche qualcos’altro. Un’oscura curiosità.
"Vuoi scoprire il segreto del mare? Vuoi il potere di non dover più temere nessuno? Io posso dartelo."
Richard rivide tutta la sua vita in un istante.
La fame. La solitudine. Le botte prese nelle strade del porto.
Lo sguardo sprezzante di chi lo considerava un avanzo di bordello.
Un ragazzo senza futuro.
E ora aveva una scelta.
Non serviva pensarci troppo.
Stringendo il doblone nel pugno, fece un passo avanti.
"Dimmi cosa devo fare."
Il capitano sorrise, o almeno, fece qualcosa che somigliava a un sorriso.
Le ombre dietro di lui si agitarono, come se fossero impazienti.
"Prima di tutto, dovrai dimostrare di essere degno."
Richard sentì il molo scomparire sotto i suoi piedi.
Il mondo intorno a lui si dissolse in un vortice d’acqua, un turbinio oscuro che lo inghiottì senza dargli il tempo di gridare.
Poi, tutto divenne nero.