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Il Custode

Appena fuori dall’osteria, il vento cambiò. Le ombre sembravano allungarsi, seguendolo. Un brivido gli attraversò la schiena.

Raggiunse il molo, sperando che l’aria marina lo calmasse.

Si sedette su una cassa di legno e tirò fuori il doblone. Alla luce della luna, il teschio inciso sulla moneta sembrava muoversi.

All’improvviso, il metallo si scaldò.

Richard lo lasciò cadere con un grido.

La moneta rimbalzò sul legno e... iniziò a rotolare da sola.

Una luce spettrale azzurrina la circondò.

Poi, una figura apparve.

Era un uomo, o meglio... quello che ne restava. Alto e scheletrico, avvolto in un mantello di nebbia. Il suo volto era un teschio, e gli occhi bruciavano di una luce verdastra.

“Quella moneta… non è tua, ragazzo.”

Richard deglutì, paralizzato dal terrore.

Il doblone levitò da solo.

“Questa è una chiave, non un premio. Un destino, non una ricompensa. E ora, sei legato a me.”

Richard trovò la voce. “Chi… chi sei? Cosa vuoi da me?”

La figura rise.

“Io? Sono il Custode. E tu hai appena accettato il mio patto. La domanda non è cosa voglio io…
La domanda è: cosa farai tu, ora che sei dannato?”

Un’ondata di gelo lo avvolse.

Il Custode svanì in un vortice di fumo. Sul legno del molo, il doblone giaceva immobile.

Richard lo fissò. Una voce gli sussurrò nell’orecchio.

Non più gelida. Tentatrice.

"Vuoi potere, ragazzo? Vuoi vendetta? Seguimi, e il mondo sarà tuo..."

Richard sapeva che la moneta era maledetta.

Ma qualcosa dentro di lui si agitava.

Forse... questa era la sua occasione.